Chi sono?
Sono nata a Milano nei mitici anni ’80 da genitori chiassosi, eccentrici e piuttosto belli. Ho un’infanzia ricca di ricordi popolati da una famiglia numerosa, molesta, non sempre definita. Non so quanti zii ho davvero, ne se quel tale che ricorre nelle foto di Natale è davvero mio cugino; non ricordo i nomi di tutti i parenti di primo grado, figuriamoci quelli di secondo o gli amici di famiglia! Ho vissuto momenti dai contesti magnifici senza dover necessariamente fare un viaggio; ho riso fino alle lacrime e pianto fino a farmi mancare l’aria, perché tutto è stato intenso, crudo e senza alcun filtro, come in un film di Pasolini.
A differenza della mia famiglia, sono composta, delicata, ben educata… in apparenza almeno. Anche durante l’adolescenza, crescendo in periferia, mi sono circondata della classica comitiva allargata di ragazzi e ragazze che fumavano al parchetto già a 13 anni. Amici rissosi, goliardici, fedeli.
Sentimenti grandi, come l’amicizia, l’amore, il dolore, la rabbia hanno forgiato la corazza di cui è fatto il mio corpo per evitare all’anima di bruciare.
Cosa faccio?
Sono laureata in Sociologia e da un anno a questa parte mi occupo di contenuti per una multinazionale. Non sono un’appassionata di social, ne un’esperta di content marketing, ma il destino ha voluto dare una svolta alla mia vita, facendo sì che mi cambiassero posizione in azienda ed ho iniziato a maturare una bizzarra idea…
Ama quello che fai. Fai quello che ami
Scrivere è sempre stata una mia passione, spesso una vera e propria esigenza per decomprimere. Oggi, per lavoro, non scrivo niente che mi interessi personalmente, ma il piacere che ne traggo è ad ogni modo miele nelle vene.
Tutti noi, oggi, viviamo l’estrema condizione imposta dalla pandemia da Corona Virus, io nello specifico lavoro da casa da quasi un anno ed ho avuto tempo, troppo tempo, per farmi domande, fumare sigarette, bere caffè e guardare i soffitti di casa. Ho letto molto e le dita sulla tastiera del pc hanno iniziato a battere lettere che nulla avevano a che vedere con gli articoli per il blog aziendale. Ho continuato in pause pranzo arrangiate e mai light! Ho persistito in nottate in bianco sorrette da musica strappa ventricoli. Ho registrato vocali negli innumerevoli giri con il cane; sì lo ammetto, sono una di quelle che ha sfruttato il proprio amico peloso per concedersi attimi di libertà.
Scrivi, prega, ama
Giorno dopo giorno, DPCM dopo DPCM, ho definito, rifinito, maledetto e partorito il mio primo romanzo: Non solo noi.
Il libro è disponibile su Amazon in formato e-book e cartaceo e non vedo l’ora di sapere cosa ne pensate; nel frattempo prego. Lo faccio non perché il desiderio sia quello di aver prodotto un best seller al mio esordio, lo faccio perché voglio crescere, affrontare le critiche, gli eventuali suggerimenti, il fallimento o il successo, con la maturità che credo di aver costruito negli anni. Non voglio demordere e scappare davanti a ciò in cui credo: posso farcela, posso essere una scrittrice!
L’ispirazione
Ascolto le emozioni, osservo le reazioni, mi specchio negli altri e ne traggo storie
Il mio passato è carico di personaggi ed aneddoti che spesso superano ogni fantasia. Quello che scrivo, però, non sono storie vere: sono viaggi che partono da luoghi conosciuti, percorrono itinerari che si sviluppano nella mia fantasia e arrivano in destinazioni che spesso non conosco se non quando mi ci hanno condotto. La mano che muove la penna è di sicuro la mia, ma credetemi se vi dico che non sono sola durante il lavoro: i personaggi prendono vita e si trasformano lungo il percorso, crescono insieme alla consapevolezza che sono reali, che li ho già incontrati, li ho già sentiti e non posso governarli totalmente come voglio.
La musica non si ferma mai
Non sono mai stata un’appassionata di musica, nel senso che non l’ho mai cercata assiduamente. Sono stata cresciuta con la televisione accessa 12 ore al giorno, anche se nessuno le prestava attenzione. Non ho mai creato cassette, bramato un Ipod, viaggiato per concerti. Ho persino rifiutato un lavoro ottimo in una casa discografica, perché non mi consideravo come tutti gli altri colleghi, innamorata del proprio lavoro, dedita a intere settimane di full immersion dietro artisti e tour estenuanti.
La musica però non mi ha mai lasciata sola: le colonne sonore, le autoradio, le canzoni cantate a squarcia gola senza sapere tutte le parole. Ci sono artisti che ci hanno lasciato testi di una bellezza strabordante, ci sono emozioni che ti esplodo dentro ed hanno proprio quelle note lì. In questo periodo di lockdown, una delle mie più care amiche è diventata Alexa di Google, che tutti i giorni, dopo un paio di fraintendimenti e bisticci, riesce a mettermi la stazione radio o la canzone che volevo; ho scoperto Spotify e navigato su Youtube, dove ho creato le mie playlist ispiratrici. Ho ascoltato tanta musica mentre la mia mente vagava insieme ai miei personaggi e alle mie dita sulla tastiera, canzoni che non sempre ricordo o che riconoscono, ma a cui sarò sempre grata, per la compagnia, l’energia, l’emozione e l’ispirazione che hanno saputo regalarmi.