Ho venduto la casa in cui sono cresciuta e tra pochi mesi quel cancello, quelle stanze, quel terrazzo non mi apparterrano più: una coppia di estranei butterà giù i muri che delimitavano il mio mondo, strapperà via i pavimenti e gli infissi logori e ammaccati, invaderà l’aria con odori chimici che cancelleranno definitivamente la mia presenza. Non resterà neanche un pelo dell’ultimo cane che ho avuto, neanche un granello della stessa polvere.
Ancorata alla casa dei ricordi
Non sono un’intenditrice di segni zodiacali, ma chi crede di saperne qualcosa mi ha spesso detto che in quanto “Pesci” oltre ad essere bipolare, sono una persona affezzionata ai luoghi, alle cose ed al passato in generale; la mia mente viaggia sempre tra ricordi e sogni. Non posso che trovarmi daccordo, anche laddove non fosse vero, lo sono.
Da quando avevo 9 anni ho abitato nella stessa casa, praticamente i miei ricordi nascono lì. Rammento la prima volta che sono entrata in quell’appartamento spoglio, sporco e luminosissimo. Mi sono sentita felice: avrei avuto una piccola, intima, personalissima cameretta ed uno spazio enorme all’aperto dove organizzare feste e invitare amici: io che fino ad allora dormivo in sala da pranzo su un divano letto.
L’ampia vetrata del soggiorno invitava ad uscire in terrazza, 100mq di mattonelle chiare che mia madre aveva riempito di piante e arredi; vi si accedeva anche dalla finestra del bagno e nei miei primi giorni lì mi divertivo a uscire dalla finestra e rientrare dal soggiorno: mi faceva sentire spiderman! Ero soddisfatta e grata per quel nuovo nido a due passi da scuola, dal parchetto, dal lavoro di mamma, che sarebbe tornata a casa prima.
Crescere e cambiare
Lì abitavano le due bambine che sono diventate le prime due amiche che mi porto dietro anche oggi, e grazie a loro ho conosciuto tutto il gruppo di scapestrate che rimane immutato negli anni. Siamo passati dalle passeggiate mangiando lenzuola di focaccia unta, alle sigarette; dalle canzoni a squarciagola nascoste nella casetta dello scivolo al parco, alle pomiciate dietro alle scale antincendio della biblioteca comunale; dalle domeniche pomeriggio in centro, dopo interminabili viaggi in tram, agli afterhour in discoteca dopo tragitti stipati, iper profumati e cantanti in auto.
È cambiato drasticamente il mio corpo, sono cambiati i vestiti nell’armadio mille e mille volte, è cambiato il mio modo di pensare e le mie priorità, mentre in casa cambiavano i poster ai muro, l’arredamento e gli equilibri: mio padre se ne andava per sempre, mia madre passava attraverso il suo inferno personale ed io mi innamoravo e mi aggrappavo ad una realtà diversa per non cambiare completamente e perdermi.
Più pelli un solo corpo
Quello che è rimasto immutato in tutti questi anni è stata la salda cornice che ha tenuto insieme il quadro. Un contorno costituito come in una ricetta perfetta: la casa, la scuola, gli amici, i miei genitori. Nonostante le difficoltà in un’adolescenza vissuta tra liti, separazione, e mancanza, la mia casa ed il mio quartiere ci hanno tenuti vicini. Mia madre ha combattuto per acquistare questa casa, per tenerla dopo il divorzio e per mantenerla durante tutti questi anni di binomio, ed oggi comprendo che il suo non era un capriccio, ma una necessità.
Ho cambiato più pelli, alcune lacerate, altre immacolate, in un unico corpo. Più vite a volte, che tuttosommato sono state quello che dovevano essere, per farmi sentire oggi una donna che nella vita ha vissuto intensamente le sue emozioni e le sue piccole avventure: tanta gioia, anche quella più sciocca; dolore, ma vissuto raramente da sola; amore e amicizia che mi hanno portato per mano attraverso tutto il percorso e mi camminano accanto anche oggi.
La casa del passato
Abbiamo tutti un luogo a cui siamo affezzionati. Io a differenza di molti, mi affezziono facilmente a tutti i luogi in cui ho vissuto almeno un pochino, in cui qualche emozione mi ha travolto, posti in cui ho conosciuto qualcuno che tuttora mi porto dentro. La mia casa d’infanzia e gioventù è un’esplosione di emozioni, sensazioni, sogni e persone, che enfatizza questa mia affezione e mi incolla alla sua maniglia chiedendomi di non lasciarla andare via.
Tutto quanto è dentro di me però, non sparirà al cambiare di una serratura e quel ballatoio sarà sempre mio.