Feci uno stage in una nota casa discografica anni fa e ricordo ancora la sufficienza con cui il direttore marketing parlava dei ragazzi che intervistava nei colloqui: chi rispondeva vagamente o genericamente alla banale domanda “che musica ascolti?” veniva rispedito al mittente. La musica, così come l’arte, probabilmente, richiede passione e determinazione anche nei propri gusti personali. Io non mi intendo minimamente di musica e non sono stata mai una da cuffie perenni nelle orecchie. Feci quello stage perchè incontrai solo la responsabile delle risorse umane; non continuai a lavorare lì perchè non era decisamente il mio ambiente e lo sapevamo tutti. Nonostante la mia indubbia mediocrità nei gusti musicali, e la mia pigrizia nell’imparare canzoni, comprendere testi stranieri, o andare alla ricerca di quanto non venisse passato per radio, sono sempre stata circondata dalle canzoni e quell’esperienza folle, tra artisti nei corridoi, deejay alle macchinette del caffè, giornate passate su facebook a contenere fan eccitate, rimarrà per sempre uno dei miei ricordi più belli.
Note che tracciano tappe
La musica traccia le tappe della nostra vita come in una lunghissima colonna sonora e non sempre siamo noi a sceglierne la scaletta. Ricordo perfettamente la mia infanzia, tracciata dalla voce di Mia Martini che usciva dalle finestre di casa di mio nonno. Un ottantenne che si filmava cantandola e ci propinava i video in una versione embrionale di quel che oggi è Tik Tok. I mitici 883 che hanno accompagnato i primi battiti del cuore. Nino D’Angelo urlato a squarciagola al parchetto, perchè nella mia periferia e nella mia compagnia avere origini da Napoli in giù è sempre stato un vanto. Zucchero e Vasco che segnavano le curve dell’autostrada del Sole nei lunghi viaggi verso sud. Mia madre che innamoratasi nuovamente, dopo il divorzio, era in loop su Adriano Celentano e la sua “L’emozione non ha voce”. Tiziano Ferro a tutto volume nelle notti milanesi, prima e dopo una serata fantastica tra alcool e musica house.
Note che riempiono i silenzi e portano via
Oltre a quanto conosco e riconosco c’è una miriade di note che ha riempito il silenzio dell’auto in cui ero passeggera, all’interno di case in cui ero ospite, dentro locali in cui ero cliente, a concerti per cui non avevo il biglietto, ma una birra gelata al chiringuito San Siro. La musica c’è sempre ed ha un potere evocativo enorme. Bastano poche note per riportarci in qualsiasi luogo e tempo, non mi stupirei se un domani la macchina del tempo richiedesse musica come carburante! Non occorre essere un appassionato o un intenditore per condividere che senza musica perderemmo parte del nostro passato e forse anche una buona dose di progetti, visioni, sogni. La musica è un dono: le note cancellano il qui e l’ora e ti conducono dove la musica ti vuole portare.
Il super potere dello spartito
Lavorando da sola da casa ho avuto l’occasione di scegliermi come compagna la musica. Giorno dopo giorno le note mi rieccheggiavano nelle orecchie e e senza rendermene conto ho intitolato ogni capitolo del mio primo romanzo con i titoli delle canzoni che mi erano rimaste dentro o che in qualche modo calzavano il pensiero dei miei personaggi. La musica mi ha accompagnata in questa avventura e mi ha sorretta dando ritmo alla mia scrittura. Le mie dita viaggiavano sulla tastiera come un pianista rapito dalla sua sinfonia. Laddove ho avuto arresti mi è bastato tornare alla mia playlist e le note mi riportavano sul nastro trasportatore del mio sogno, ambiantato lì dove Rossana e Niccolò stavano vivendo.
Musica aiutaci tu
Sono sempre stata combattuta tra la convinzione di valere e la sicurezza che nessuno avrebbe potuto metterlo in dubbio se non mi fossi esposta. Il coraggio di terminare il romanzo con l’obiettivo di pubblicarlo me lo ha dato inizialmente solo la musica. Quello che mi mancava per crederci davvero erano le note urlate, la passione cantata, il trasporto cieco e leggerezza di ballare e girare, girare, girare, fino a perdere l’equilibrio e chi se ne frega se cadi… è emozione pura! In un tempo in cui le paure crescono, le certezze sfumano, i soldi mancano, i progetti restano in garage, libri e canzoni possono ancorarci ad una realtà migliore. Un mondo che è sempre nostro, come sono nostri i sentimenti cantati dagli artisti, ma che ci fa danzare, cantare, abbracciarci e volare. Prendete quel nastro trasportatore come fosse la vostra Delorean e riempitevi di Vita, emozioni e coraggio.
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Foto creata da lookstudio